mercoledì 17 luglio 2013

Scorrazzando per il Gargano: Mattinata, Peschici, Monte Sant'Angelo, San Giovanni Rotondo!

Quarto giorno in terra di Puglia e molti chilometri macinati, che bella vita nel nostro Bel Paese, quando si in vacanza, si gode di sole e cibo buono, e non si sentono le notizie al telegiornale! Lunedì abbiamo passato la giornata alla spiaggia di Vignanotica a qualche km a nord di Mattinata verso Vieste, ma non pensate che sia stata una noioso e tranquilla giornata di mare e sole, non mancata qualche nota di brivido puro! ...martedì abbiamo macinato almeno 150 km sempre verso nord per andare a visitare Peschici e uno dei suoi trabocchi a mangiare orate appena issate dalle reti in fondo a quegli antennoni, ed oggi siamo andati a vedere la megalitica chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, per poi visitare lo splendido paese di Monte Sant'Angelo, domani, se ci riesce, proviamo a vivere senza far niente, e magari riprendiamo anche contatto con gli indigeni, magari alla ricerca di un mercato settimanale!

Ma andiamo per ordine. Lunedì mattina, giusto perché a noi le cose troppo comode ci sconfinferano poco, abbiamo snobbato la comoda spiaggia di sassi con ombrello e lettino a trenta metri da casa per andare in esplorazione della costa verso Vieste che la sera prima avevamo visto all'imbrunire e poi di notte. La prima sosta è andata male. La spiaggia delle zagare, che sembra secondo la nostra Lonely una delle più belle, é accessibile solo per gli ospiti del Residence omonimo o via mare. Oppure, altra ipotesi che potremo sfruttare in seguito se non vogliamo boicottare questi usurpatori del bagno asciuga, prenotando via telefono un ombrellone con sdraio... Non ci siamo dati per vinti e siamo andati oltre. Spiaggia di Vignanotica, con campeggio annesso e baretti sulla spiaggia. Il parcheggio di 5 euro prevede la navetta verso il mare, ma per noi sprovvisti di attrezzatura di spiaggia c'è da pagare l'ombrello con i lettini, e poi, ad una certa età ci si imborghesisce: 18 euro.
Ci accomodiamo, ci godiamo il sole e l'acqua cristallina, la sabbia riportata sui ciottolini piccoli e un po' fastidiosi, più o meno come la copia di toscani con figlie adolescenti e elefantessa milanese a seguito. Per pranzo ci mangiamo un bel pane cunzato con olive al baretto sulla spiaggia e lì che la Maghetta fa amicizia con Cecilia, io mi metto a chiacchiera con la madre di pannolini e amenità del genere, quando proprio a due metri da noi parte una tromba d'aria che sradica un ombrellone di quelli da dehors, dei vasi di fiori e si dirige sulla spiaggia, sbarba da terra dei pezzi di plastica della passerella, un ombrellone con sdraio annessa volano in aria. Io inebetita guardo per aria svolazzare leggeri quegli oggetti pesanti, la Maghetta se l'é data a gambe nascondendosi tra la folla, dopo quell'attimo di esitazione la recupero e la tengo stretta, ma il trambusto è in riva al mare. Una signora ha preso in testa la plastica della passerella pedonale e viene condotta sotto la tenda del bar. I soccorsi arrivano da lì a mezzora, una interminabile mezzora in cui dalla spiaggia c'è il fuggi fuggi. Noi rimaniamo. Osserviamo la gente. Che strana la gente. Poi arrivano i soccorsi, l'ambulanza della Misericordia di Foggia. Gli operatori medicano la signora e poi la dispongono sul mezzo. Partono. … e si rifermano, impantanati nella ghiaia. Dalla folla radunata sotto la tenda del bar, un coro: noooooooooooooo! Accorrono baldi giovani tra cui il nostro silente Nathan a issare il pesante mezzo dalla ghiaia e caso a voluto che spingi spingi il baricentro si sposta e zacchete! Chi ti cade mentre spinge l'ambulanza? Iddù, il sopra citato silente compagno di viaggio ^_^. Passate le ore del giorno più calde ancora a parlare dell'accaduto con gli avventori del bar, siamo tornati al nostro posto sotto l'ombrello non senza qualche timore per qualche improvvisa ventata.
Il giorno dopo abbiamo usufruito della sveglia all'alba che ci procura la nostra bambina per andare ancora più lontano, a Peschici, attraversando di traverso il promontorio del Gargano. ...e qui ci siamo accorti del perché la parte interna viene chiamata Foresta Umbra. Dopo un bel po' di chilometri che zizzagavamo per tornanti in mezzo agli ulivi e terrazzamenti di muretti a secco, siamo passati da un paesaggio lunare di arsa vegetazione di macchia entro una vera e propria boscaglia di roverelle e poi ancora più su pini e altri mega alberoni che non conosco, ma che non davano l'idea di perturbarsi troppo del nostro passaggio. Greggi di pecore e capre lungo e sulla strada e ancora tornanti e discese, ombra e frescura, per poi ritrovare un pesaggio di campi aperti e muretti e ulivi con tanto di impianto di irrigazione. Peschici su un cucuzzolo a strapiombo sul mare, manco a dirlo. Questo Gargano, per tanto che ne avevo sentito parlare, mai nessuno dice che è come un'isola attaccata alla terra ferma, una montagnona alta e irsuta, a picco sul mare con qualche dolce spiaggia che penetra le parti più tenere. Peschici sta proprio su un picco di roccia, c'è un nucleo storico cinto da mura che dentro è tutto un acchiappa-turisti, bar, souvenir, olive, olio ecc. Abbiamo visitato una chiesa addobbata per il santo patrono Sant'Elia che sarebbe stato celebrato di lì a poco, serpeggia un po' con la Maghetta nel passeggino per le viuzze strette e le stradine per riprendere l'auto e andare alla ricerca di una spiaggetta di sabbia e un trabocco. A dire il vero io volevo comprare prima un gratta e vinci alla ricevitoria che ha fatto vincere 66miliardi qualche anno fa, ma il severo consorte che cerca meritocrazia in questo ignobile paese me lo ha impedito. Ma posso dire che ho fatto bingo nonostante le difficoltà da calo glicemico del mio compare in località Manacore, spiaggia di sabbia facile e accessibile e super trabocco ristorante! Dopo un bagnetto ci siamo inerpicati sulla falesia per ridiscendere alla piattaforma di legno dalle molte antenne e farci un bel pranzetto di pesce: insalata di mare, frittura di calamari e oratina alla griglia, mentre il ragazzino di casa tirava su le reti sotto lo sguardo delle generazioni che lo hanno preceduto! Le tradizioni e la gastronomia, bella cosa.
Oggi invece gita a San Giovanni Rotondo per vedere l'opera più brutta di Renzo Piano. Questo almeno il mio giudizio dai libri. Di persona mi son dovuta ricredere. Bello l'inserimento nel contesto urbano. Non è invadente né invisibile, ampi spazi misurati e calcolati. Bello il piazzale candido del sagrato con il segno svettante del piccolo campanile e le vasche d'acqua che accompagnano i pellegrini. Il sagrato accoglie una grande vetrata semicircolare delimitata da grandi travi e da un tetto verde rame a conchiglia. Non si entra dal fronte, ma dal retro, circolare, con piccole porte, come portelloni di una nave. Una pianta centrale che porta il pulpito al centro tra chiesa e sagrato. Dentro colori caldi, tenui e accoglienti. Non forse il suo capolavoro, ma certo nemmeno questa bruttura che sembra dai libri di testo. Bella la fonte battesimale di Palladino (almeno ad occhio mi sembrava sua!).
Abbiamo proseguito poi verso Monte Sant'Angelo. Bella la strada che lo raggiunge da Sa G. Rotondo: dolci valli coltivate a grano con terrazze di muretti a secco e odore di macchia.
Rimaniamo sorpresi anche della bellezza del paese, città longobarda con castello federiciano e ancora intatto un bel quartiere medievale, denominato Junno. Un primo rapido giro per scendere nella grotta dove apparso San Michele Arcangelo e qui voglio lanciare un appello (sempre che qualcuno sia arrivato a leggere fin qui) come può un santo essere anche arcangelo o viceversa? Comunque, potremo vivere anche senza risposta a questo dilemma, l'architettura romanica della chiesa bellissima nel suo candore lapideo, così come nelle vicine chiese oltre la piazza, il portale con lunetta romanico è perfettamente mantenuto, così come qualche affresco interno, dove San Michele Arcangelo é ovviamente sempre presente. Dalla nostra Lonely avevamo scelto di mangiare al ristorante Medioevo e siamo stati decisamente premiati dal delizioso cibo, dall'ottimo servizio e dalla Maghetta che ha dormito tutto il tempo e ci ha fatto mangiare come due fidanzatini. Dopo pranzo, con la digestione in corso e il vino nelle vene, ci siamo sparati diversi gradini e rampe per visitare il quartiere medievale, espiando così la colpa di aver nutrito nostra figlia con una misera pizza da pelligri alla tappa precedenti e noi essersi scofanati un sacco di ben di dio. Nota sul cibo: tanto era il nostro ordine alla raccolta della comanda che l'ottimo ristoratore, sig. Mazzone, ci ha suggerito di desistere dal caciocavallo alla piastra. Noi non contenti gli avevamo dato ragione all'inizio, ma poi il mio consorte a “dieta social” ce lo ha voluto aggiungere comunque.
Per cui stasera niente gelato da Gabriellino, al momento sto solo a quota 4 gusti di assaggio e la signora già mi saluta amichevolmente! Gastronomie eccellenti nel Gargano!


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